ILIADE L’Ira, la Vendetta, la Pietà. Un Radioteatro di Luca Violini

 

“Così l’arte ha uno scopo: quando l’emozione arriva con prepotenza allo spettatore, quando un’opera attraversa i tempi e ci dimostra ineluttabilmente che l’uomo, in realtà, non è mai cambiato.”

 

 

E così perì Ettore domatore di cavalli …

 

“Cantami, o Diva, del Pelide Achille l’ira funesta che infiniti addusse lutti agli Achei … “
Quante volte a scuola abbiamo letto il proemio dell’Iliade di Omero costretti, dalla nostra solerte insegnante di italiano, alla tortura della temuta parafrasi del testo! Già, quanti ricordi. La lettura fatta ad alta voce in classe, il dito nervoso che attorcigliava la nostra ciocca di capelli preferita, la speranza che tutto finisse al più presto per tornare finalmente a casa.
Per non parlare della sadica gomitata della vicina di banco, che ridacchiava gioiosa del nostro strafalcione pronunciato sul testo di Omero!
Eh sì, perché la nostra paura era quella: prendere una papera tra l’ilarità generale. O peggio ancora, subire pure un’interrogazione dalla nostra prof  su quel benedetto testo che, per giunta, non ci interessava affatto.
Infine c’erano le glosse, quelle che appuntavamo a matita sopra le infinite parole astruse di quella noiosa e sorpassata Iliade di Omero.  Note del tipo: Pelide=figlio di Peleo.
Era quello il punto più critico del lavoro, il momento in cui la nostra bocca annoiata si spalancava al massimo, forzata dall’energia di uno sbadiglio, a dir poco, disumano!
Esagero, ovviamente. A scuola me la cavavo benino, sebbene non apprezzassi appieno tutto quello che gli insegnanti mi propinavano.
Che peccato, tuttavia, non poter capire già da allora il potenziale di un’opera così straordinaria.
L’Iliade rappresenta un capolavoro, una meraviglia che ha attraversato intatta interi millenni della nostra storia.
 
Mentre ieri sera ascoltavo la stupenda voce di Luca Violini all’Anfiteatro Claudio di Castelfidardo, pensavo all’opportunità che di fatto ci è stata negata dalla scuola: quella di poterci emozionare con l’Iliade di Omero.
Chiudete gli occhi e ascoltate”, così ha esordito l’attore Luca Violini all’inizio del suo spettacolo. Verissimo, bisogna concentrarsi ed ascoltare attentamente.
Vorrei però spezzare una lancia per rivolgere una critica temeraria (come gli eroi di Omero, visto che siamo in tema) nei confronti di questo grande artista.
Già, è stato un po’ birbone il nostro Luca …  Ci ha nascosto la cosa più importante: il suo teatro si può non solo ascoltare, ma anche vedere, toccare, persino percepire con l’olfatto.
Le emozioni che arrivano allo spettatore attivano inconsapevolmente tutti e quattro i sensi. Incredibile.
È così che con l’ascolto dei tre tempi tratti dall’Iliade, si può avvertire la sofferenza di Ettore, l’odore del suo sangue nel momento in cui Achille trafigge il suo collo, la nube di polvere che si è alza quando l’eroe stramazza a terra.
Ho immaginato con assoluta precisione il volto dell’arrogante Agamennone, le bianche braccia di Andromaca, l’umiliazione e il pianto del povero re Priamo.
Così l’arte ha uno scopo: quando l’emozione arriva con prepotenza allo spettatore, quando un’opera attraversa i tempi e ci dimostra ineluttabilmente che l’uomo, in realtà, non è mai cambiato.
Ah, poi c’è l’ira furibonda di Achille che si vede sottratto della schiava Briseide, il suo semplice bottino di guerra. Era amore? No, solo possesso. Amore era quello di Ettore che, con una tenerezza infinita, accarezza suo figlio e sua moglie, prima di andare incontro alla morte per amor di patria.
I personaggi si vedono e si percepiscono tutti, grazie anche al sapiente lavoro del tecnico del suono Claudio Cesini, che accompagna fedelmente la lettura trascinante di Luca Violini in ogni suo spettacolo. Suoni misteriosi dal potente effetto evocativo, si alternano a rumori affascinanti della natura: il vento che soffia impetuoso, gli uccelli che volano sopra i duellanti, il ferro degli scudi che si scontra con le lance.
Uno spettacolo incredibile degno di un’opera altrettanto straordinaria.
Immersi nella magia di quel teatro, siamo tutti entrati nella leggendaria Iliade di Omero. Abbiamo trattenuto il respiro ascoltando parole antiche, suoni che evocavano immagini tridimensionali vivide e realistiche.
Abbiamo assistito alla lite furibonda tra Achille e Agamennone, parato i colpi delle lance che si infrangevano sui nostri scudi, asciugato le lacrime tristi di Andromaca, preso in braccio il figlio di Ettore. Poi, con lo stesso Ettore, abbiamo corso incessantemente intorno alle mura di Troia e trascinato il carro contenente il suo corpo in compagnia del suo vecchio padre. Infine abbiamo accatastato quintali di legna per ardere la pira funeraria del nostro grande eroe.
Insomma, alla fine eravamo tutti talmente stremati, che persino gli organizzatori sono dovuti intervenire!  Hanno soccorso noi spettatori in un modo impagabile, fornendoci leccornie e bevande di ogni genere, insieme a tanti tanti sorrisi di benvenuto. Che seratona, ragazzi!
Dulcis in fundo, durante la rappresentazione ho avuto anche il piacere di ascoltare una voce femminile fuori campo: quella di Milena Costantini, una mia compagna di letture durante i corsi frequentati con il maestro Luca Violini.
Vi ho parlato di questo argomento delle lezioni, se ben ricordate, anche nel mio articolo che riguardava “L’ultimo rito per Astarte”, che ora potete rileggere qui.
Un grande merito per la riuscita degli spettacoli di Luca Violini va anche alla bella Federica Maurizi, l’anima razionale e insostituibile di tutta l’organizzazione eventi della società di produzione “Quellicheconlavoce”.
A proposito di produzioni, che aspettate? Toglietevi la soddisfazione di ascoltare alcune pagine dei miei romanzi lette dalla voce di Luca Violini. Basta ascoltare i file audio pubblicati qui a destra, oppure entrare direttamente nel sito www.leprimediecipagine.it
Se volete, potete anche commentare questo mio articolo per scambiarci opinioni.
Alla prossima!
Luisa

Ancona, 29 agosto 2014

 

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