Sinossi

Guiomar De Marco Silva è un camionista portoghese che finisce in un carcere (d’invenzione, non a caso nelle vicinanze di Loreto, e del Santuario mariano) in seguito al ritrovamento sul suo camion di tre bambini afgani e del cadavere di un giornalista greco. Soltanto l’agente di polizia penitenziaria Luca De Feudis non crede alle accuse rivolte contro il portoghese che, nel frattempo ha subito un pestaggio, e tra i due nasce un legame dato dalla sensazione quasi inspiegabile di essere in qualche modo simili. Privatamente, Luca decide di indagare su quanto accaduto, arrivando a scoprire evidenti collegamenti con alcuni criminali rumeni rinchiusi nello stesso carcere e capeggiati dal terribile Dragan, che gestiva i traffici clandestini del porto di Patrasso. Aiutato dall’affascinante Paola Petrolati, avvocato difensore di Guiomar, Luca si ritrova però coinvolto in una serie di pericolose e rocambolesche vicende, nel tentativo di sfuggire all’ira dei rumeni, ormai consapevoli del suo coinvolgimento e dunque decisi ad ucciderlo. Una nuova “avventura marchigiana” dalle tinte noir, questo secondo romanzo della Mazzocchi che, dopo il successo di Doric Hotel, affronta qui il tema, delicatissimo e tragico, della situazione carceraria in Italia.

4 Motivi per leggere - PUOI CHIAMARMI LUCA

Una sceneggiatura da film

Il ritmo incalzante, le scene e la narrazione portano il lettore verso un percorso emozionale intenso, come se stesso vedendo un film.

Un libro da mettere tra i preferiti

La narrazione asciutta e priva di ridondanze rende il testo scorrevole come pochi e gli ambienti suggestivi magnetizzano il lettore Dentro la storia.

Un libro meritevole per l'impegno sociale

Seppur fluido nella sua evoluzione, il libro tratta tematiche di grande impegno sociale svolgendo parimenti una piacevole azione educatrice.

Ti porrai delle domande

Una storia che fa riflettere, tra solitudine e libertà, frustrazione e voglia di fuggire, una storia avvincente che non si dimenticherà facilmente.

Recensioni

Un noir sui generis meritevole di grande attenzione per la sua originalità. Il romanzo “Puoi chiamarmi Luca” è ricco di trame narrative intriganti e movimentate, affascinanti e precise descrizioni di ambientazioni (quest'ultime rilevantissime nel romanzo d'esordio "Doric Hotel") che vanno dal porto del capoluogo marchigiano (i cantieri navali, l'Arco di Traiano) e quello greco di Patrasso, da Loreto (la Basilica e un'immaginaria casa circondariale), a Macerata (l'Università). Il tutto con uno stile a colori, assai lontano dal bianco e nero di quello accademico, ricco di azione e analisi introspettive di personaggi, in cui vengono efficacemente alternate ricostruzioni, dialoghi, spunti emozionali. Con questo suo secondo romanzo, la scrittrice anconetana Luisa Mazzocchi spalanca "Ancona Porta d'Oriente" agli stringenti richiami - per lo più cronicamente ignorati e/o sottovalutati dalle istituzioni e dall'opinione pubblica - che continuano ad arrivare dalle gravissime problematiche della situazione carceraria e dell'immigrazione in Italia.
Giampaolo Milzi
Giornalista, Direttore del mensile Urlo
Dopo il successo di Doric Hotel, un romanzo di grande impegno sociale. Immerso nella solitudine di una prigione, non solo fisica, ma anche mentale, che intrappola i suoi pensieri e persino la sua voglia di reagire e difendersi: si presenta così il primo protagonista, Guiomar De Marco Silva, camionista portoghese. Un’altra prigione, senza sbarre, ma forse ancora più subdola perché impercettibile, circola l’altro protagonista, Luca De Feudis, agente di polizia penitenziaria. Nell’esortazione “Puoi chiamarmi Luca”, che dà il titolo al romanzo, c’è tutta la sofferenza di un’umanità in fuga, di uomini che lottano per la propria dignità e di un sentimento, l’amore, che con le sue infinite sfumature, rappresenta un seme che porta la pace interiore e sociale.
Asmae Dachan
Caporedattore del mensile ML magazine, Scrittrice
Dopo il grande successo del Doric Hotel, un romanzo non meno emozionante. Dopo il grande successo di "Doric Hotel", l'autrice ha deciso di proseguire con una nuova sperimentazione narrativa, da cui è nato "Puoi chiamarmi Luca". Un cambio radicale rispetto al primo successo. Con questo secondo libro la Mazzocchi si allontana dal romanzo che fa sognare e matura la volontà di affrontare un tema più "attuale". Quello di un uomo che finisce in carcere per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Una storia non meno emozionante, soprattutto se si tiene conto che è tratto da una storia vera.
Stefano Pagliarini
Giornalista

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