Cosa faresti se occupassero abusivamente casa tua?

La vicenda kafkiana di Annunziata Brandoni e la storia della sua proposta di legge.

 

Ho conosciuto tempo fa Annunziata Brandoni, in quanto “collega di penna” (anche se in realtà ci occupiamo di argomenti diversi).

Il suo stile e il suo modo di interagire sul social mi ha colpito per la sobrietà e il modo particolarmente costruttivo di rapportarsi agli altri.

Sembra una cosa scontata, ma non è affatto così.

Spesso internet diventa una vera e propria arena dove si vomita letteralmente di tutto, cinismo, odio, invidia, mediocrità appunto. Il web è strapieno di anonimi “leoni da tastiera”, e spesso siamo proprio noi autori, in nome di un presunto diritto di critica, a subirne i cattivi effetti. Ma questo è un altro argomento.

Torniamo invece ad Annunziata e all’intervista molto interessante che le ho rivolto proprio ieri. Una vera lezione di vita, senza dubbio.

 

– Ciao Annunziata, è un piacere intervistarti. Puoi dirci qualcosa di te?

Ciao, Luisa. Sì, sono una dirigente scolastica in pensione da quattro anni ed oggi pedagogista volontaria e scrittrice di libri a carattere prevalentemente educativo. Seguo da decenni il problema del disagio scolastico nelle sue varie forme e, più recentemente, la tematica del bullismo. Mi reco spesso nelle scuole a parlare di questo argomento con i ragazzi e tengo conferenze e incontri con i genitori e gli insegnanti. Per questo mio impegno, oltre che per i miei libri, il 6 giugno 2014 ho ricevuto a Roma, a palazzo Venezia, l’annuale premio Curcio alla cultura. Di recente sono entrata nel comitato scientifico di Paideia, che si occupa di inclusione dell’ handicap e di disturbi dell’apprendimento, e ne presiedo il comitato etico.

Come vedi, a quasi 72 anni, sono molto impegnata, senza contare le consulenze, il tutto sempre a titolo gratuito, in presenza e on line. C’è tanta gente che ha bisogno di consigli per i figli, i nipoti, la scuola…

E inoltre sto attraversando un periodo difficile, come proprietaria di un bilocale in Ancona che in nove anni ha subito ben tre occupazioni abusive. In pratica mio marito ed io paghiamo le tasse su quella casa, le spese di condomino, le bollette, ma la casa non è più nostra!

– Davvero incredibile. Ma come è cominciata la tua disavventura?

La mia vicenda kafkiana iniziò nove anni or sono. Avevamo messo in vendita l’appartamentino, acquistato per usarlo come pied à terre nei primi anni novanta, quando ero direttrice didattica in Ancona e mio marito lavorava all’ospedale Umberto primo, per acquistare la casa al mare. Avevamo affidato dei lavori ad un muratore, ma questo è stato picchiato da un tunisino che gli ha preso le chiavi ed ha occupato abusivamente la nostra casetta.

Abbiamo lottato quasi cinque anni: minacce con il coltello, aggressioni verbali, minacce di mettere una bomba in casa dei nostri figli. Abbiamo percorso tutte le strade possibili, abbiamo fatto la stradella dal sindaco, chiesto e ottenuto sopralluoghi della polizia, dei carabinieri, dei vigili. Ah, ospitavano anche clandestini! Un giorno uno di questi, mentre ero fuori e chiedevo di entrare, è uscito di corsa per non farsi sorprendere gettandomi a terra. Di nuovo la polizia e tanto di verbale. Denunce su denunce, alla fine la beffa: la giudice annulla la causa perché non le risulta che questi stanno in casa nostra!

Dopo un po’ il miracolo: questa famiglia se ne va in Tunisia e subaffitta casa nostra a dei ricercati che vengono sorpresi e messi dentro, così miracolosamente la casa si libera.

Già, ma in che condizioni?

Tutto rotto, la sporcizia internata nei mobili…

Restauriamo il bilocale, ma in pratica tra affitti non percepiti, bollette e spese di avvocato per il processo, di restauro e di acquisto mobili se ne vanno ben 50.000 euro.

Lo mettiamo di nuovo in vendita sperando di poter saldare i debiti e diminuire il mutuo per la seconda casa.

– E poi?

 Poi una signorina allora poco più che quarantenne, abitante con la madre lì di fronte, si offre di comprare la casa per centomila euro più 5.000 per i mobili nuovi.

Stipuliamo una promessa di vendita davanti all’avvocato che l’aveva assistita in una causa che aveva vinto contro un’assicurazione e con i soldi della quale ci avrebbe pagato il prezzo pattuito: l’avvocato ci rassicura che in un mese avremo i soldi e ci chiede di darle intanto la chiave per poter vedere come sistemarsi.

Purtroppo ci fidiamo. I soldi non si vedono.

Dopo un po’ che sollecitavamo il pagamento, siccome nella promessa era scritto che se entro il dieci ottobre non avesse saldato il conto se ne sarebbe andata, ci porta un assegno di 105.000 euro, ma risulta scoperto.

Telefoniamo all’avvocato e anche lui ci chiama più volte dicendo di pazientare.

I soldi, dice, stanno per arrivare e lei coprirà l’assegno.

Dunque aspettiamo ancora… Poi le chiediamo di stipulare intanto un contratto d’affitto, se poi ha i soldi per comprare casa, le detraiamo dal prezzo iniziale la somma versata per gli affitti.

Non ci dice mai di no, ma non si presenta agli appuntamenti, prendendo scuse per rimandare.

Dopo due anni di tiritera, mettiamo un avvocato che, da ricerche effettuate, non trova traccia di alcuna causa discussa, né tanto meno registrata in tribunale per la discussione. L’avvocato manda un esposto con dieci giorni di tempo per lasciare la casa.

Niente. Lei non vuole andarsene, dice che pagherà l’affitto, ma non viene alla firma.

Andiamo noi da lei con il contratto e dei testimoni, lei rifiuta di firmare e dice che non possiamo mandarla fuori perché ha la residenza.

In effetti, quando avevamo smesso di pagare le bollette dell’Enel lei aveva ottenuto l’allaccio a nome suo!

In comune veniamo a sapere che ha ottenuto la residenza dichiarando verbalmente che aveva comprato la casa…nessuno aveva controllato!!!!

Sporgiamo denuncia penale per truffa aggravata, furto dei mobili nuovi che aveva venduto, e occupazione abusiva.

Consapevole di come era andata a finire quattro anni prima, inizio la mia protesta civile per richiamare l’attenzione delle istituzioni e dei cittadini sul problema.

 A 71 anni sono costretta ad incatenarmi davanti casa mia, e lei chiama i carabinieri che, una volta che ero entrata nel cortile perché pioveva, mi hanno fatto uscire perché incorrevo nel reato di violazione di domicilio.

Incatenamento, sit in di protesta…niente! Finisco sui quotidiani locali e nazionali e sulle tv. Niente.

L’unica soluzione possibile è l’uso della forza per entrare in casa mia, ma il ruolo rivestito in mezzo secolo di vita nella e per la scuola mi condiziona: ho educato tanti ragazzi alla cultura della legalità, non posso dare il cattivo esempio.

Così penso ad una legge di iniziativa popolare, mentre intraprendo anche la causa civile. Una proposta che non servirà a me, che spero di risolvere prima il mio problema, ma a tutti i piccoli proprietari di case che hanno comprato un appartamento per sé o per i figli o come seconda casa o anche per arrotondare la pensione con un piccolo introito dall’affitto.

Non è giusto che la proprietà privata, che è un diritto riconosciuto dalla Costituzione, venga leso in questo modo.

La signorina in questione, che tra l’altro è comproprietaria della casa di fronte, non può tenerci una intera colonia di gatti come fa in casa mia.

– Come reagisce la signora in questione?

Quando vado ad incatenarmi mi dice sorridendo che se ne andrà solo con una ordinanza esecutiva del giudice, e ribadisce: la legge è dalla mia parte.

E infatti è vero!

Perché il pm della causa penale archivia la nostra denuncia in quanto la legge delega del 28/4/14 depenalizza la truffa, il furto e l’occupazione abusiva.

Ricorriamo in appello, altre spese e altro tempo.

Nel frattempo smettiamo di pagare l’acqua, le porto la bolletta da pagare e lei mi spintona, spingendomi contro il cancello e finisco anche al pronto soccorso: cinque giorni di prognosi per trauma toracico. Altra denuncia.

Mandiamo al sindaco la richiesta di annullare la residenza, così possiamo ottenere che le tolgano l’energia elettrica. È passato più di un mese: nessuna risposta.

– Cosa farai quindi?

Intanto ho messo su Facebook la petizione per raccogliere 50.000 firme e presentare la proposta di legge di iniziativa popolare. Si può vedere sulla mia pagina Facebook: Anche i cittadini onesti ogni tanto si incaxxano.

Fino ad oggi quasi tremila firme.

Sono tante ma non bastano!

Sinceramente me ne aspettavo tante di più visto che ho circa ottocento amici solo su Facebook, e se ognuno invita almeno sessanta amici …

E la maggior parte delle firme non sono della nostra regione e provincia, che anzi è quella più debole come numeri, poche decine appena.

No, così non va.

Probabilmente molti pensano che sia un mio problema, ma io il mio cerco di risolverlo con gli strumenti che mi dà la legge, spendendo tempo, molto, e denaro, e se non ottengo giustizia mi sentirò autorizzata ad occupare abusivamente casa mia.

Cosa mi potranno fare, visto che a lei non fanno niente?

Però penso a tutte quelle persone che non hanno la forza o i soldi per liberare casa propria da chi approfitta di una legislazione pessima, che tutela i delinquenti.

E non riesco a digerire il paradosso: per il fisco noi siamo proprietari della casa che abbiamo pagato spesso con grossi sacrifici, ma per la legge la nostra casa appartiene a chi ci abita, non importa come ci sia entrato!

Sapendo che le cose vanno così, ci riempiremo di delinquenti che occuperanno le nostre case.

Tra l’altro non sono i veri poveri, quelli sfrattati perché hanno perso il lavoro e non hanno soldi per pagare l’affitto: quelli hanno la loro dignità. Dormono in macchina o sulle panchine.

 E lo Stato non li aiuta. Non esistono.

Invece protegge chi delinque!

È ora di cambiare. Abbiamo bisogno di una legge che consenta ai sindaci di far sgombrare le case occupate abusivamente solo dopo un controllo in tempi brevi.

In fondo basta che i carabinieri vadano nella casa, chiedano i documenti di identità a chi vi trovano dentro, poi esigano di vedere il contratto di affitto o di acquisto o anche una autorizzazione registrata del proprietario a stare nell’immobile.

In mancanza di ciò, via! Senza bisogno di cause!

– Quale sarà dunque il tuo prossimo passo?

Tra un paio di settimane chiederò di essere ricevuta dal sindaco e se non revocherà la residenza all’abusiva mi incatenerò davanti al suo ufficio.

Poi aspetterò la prima udienza civile e l’esito del ricorso penale.

Se la vedrò nera, entrerò in casa mia con la forza e davanti alle tv e ai giornalisti…tutti dovranno sapere!!!

Non mi sentirò di agire illegalmente. Sarebbe la legge ad essere illegale perché è manifestamente anticostituzionale.

 

Grazie, Annunziata.

Al diavolo l’ignavia, perché non essere solidali con lei impiegando davvero pochi minuti sottoscrivendo on line questa sua proposta di legge?

Magari, già che ci siete, condividete questo articolo sul web per la massima diffusione possibile, ok?

Alla prossima!

LuisaSANYO DIGITAL CAMERA

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